Cisl Fvg e Adiconsum: migliaia le famiglie in difficoltà. Anche in Fvg si inizia a parlare di povertà energetica. E cresce il disagio psicologico.
Una nuova definizione si fa largo anche in Friuli Venezia Giulia: è quella di povertà energetica, ad indicare che pure nella nostra regione sono sempre più le famiglie in difficoltà, a causa del caro bollette. Se le stime ufficiali parlano di 80mila nuclei che non riescono a utilizzare con regolarità l’impianto di riscaldamento d’inverno e il sistema di raffreddamento d’estate, sono i dati degli sportelli dell’Adiconsum a far tremare i polsi. Sì, perché da quando la crisi energetica è scoppiata, più di mille persone si sono rivolte all’associazione cislina dei consumatori e la fotografia emersa, e presentata ne corso della tavola rotonda di oggi promossa da Cisl Fvg e Adiconsum, non lascia scampo: 1 su 2 non riesce a far fronte al rincaro dei costi dell’energia.
“E’ una situazione che ci preoccupa enormemente – commenta la segretaria della Cisl Fvg, Renata Della Ricca – e che ha pesantissime conseguenze sia sul benessere delle persone sia sull’inclusione sociale, considerato il forte rischio di marginalizzazione. I numeri raccolti dalla nostra associazione dei consumatori lasciano pochi dubbi sulla gravità della situazione e se anche, nel contesto nazionale, il NordEst sembra pagare un conto sociale più contenuto, il fenomeno del caro bollette è ormai un motivo di crisi e difficoltà per la stragrande maggioranza delle famiglie, senza contare anche la moria delle attività imprenditoriali in particolare legate all’artigianato e al commercio”.
Sono, dunque, i numeri presentati in anteprima da Adiconsum Fvg, dal presidente Giuseppe De Martino, a scattare una fotografia reale dello stato di fatto. Del migliaio di accessi agli sportelli dell’associazione, dislocati su tutto il territorio regionale, emerge che 1 utente su 2 risulta economicamente in difficoltà rispetto alla lievitazione dei costi dell’energia, tanto da richiedere assistenza rispetto alla rateizzazione delle bollette, l’accesso ai bonus, la verifica delle fatture e l’interruzione delle forniture; 1 utente su 4 chiede supporto sul cambio delle condizioni contrattuali, mentre 1 su 10 ha a che fare con problemi di altro tipo, come, ad esempio, il funzionamento dei contatori e ritardi nell’allacciamento dei contatori.
“La nostra platea dei consumatori – spiega De Martino – è molto variegata, ma quello che balza agli occhi è che i maggiori problemi riguardano gli over 65 con pensioni basse e le famiglie numerose e che questo problema va ad incidere sulla dignità delle persone, con gli utenti che vorrebbero farcela da soli ma si vedono costretti a chiedere aiuto con grandissimo disagio. Ed è vero che le ragioni delle difficoltà si riallacciano al reddito disponibile, ma quello che rileviamo ai nostri sportelli è un’arrabbiatura generale sulla gestione del tema energia, con la maggior parte dei consumatori che ritiene le risposte date dal Governo tardive ed insufficienti e che dietro al caro bollette ci siano manovre speculative attuate sulla pelle dei più deboli”. Quel che è certo è che oltre agli interventi tampone, servono strumenti risolutivi sul tema energia a partire dalle questioni del disaccoppiamento del costo dell’energia prodotto con fonti diverse dal gas e dell’autonomia energetica.
Tornando alle richieste, tutte in assoluto incremento, possono essere così sintetizzate: il 20% degli utenti chiede informazioni sul cambio del fornitore e sul passaggio dal mercato libero al tutelato o viceversa; il 5% si rivolge agli sportelli per la verifica delle bollette ricevute. C’è, infatti, molta più diffidenza rispetto alle bollette, mentre crescono i casi di cosiddetta morosità incolpevole, con la minaccia di distacco per ritardi o mancati pagamenti (5%); il 20% degli utenti, invece, chiede supporto per l’accesso ai bonus e alla rateizzazione e un altro 20% per il cambio unilaterale delle condizioni contrattuali e per il cambio di fornitore non richiesto dal cliente, pratica scorretta messa in campo dai call center pagati dalle aziende fornitrici e in aperta violazione delle norme sulla privacy. Il resto delle richieste riguarda, come detto, problemi di altra natura come gli allacciamenti.
“Per quanto ci riguarda – incalza il segretario generale della Cisl Fvg, Alberto Monticco – non solo riteniamo necessario fare una fotografia della situazione attuale, ma soprattutto entrare nel merito della questione chiave, ovvero la transizione energetica che, secondo noi, deve prendere in considerazione tutte le tipologie di energie rinnovabili. Occorre poi accelerare gli iter autorizzativi dei CER, ovvero le comunità energetiche rinnovabili, che altrimenti mancano di operatività ed andare a contestualizzare i programmi i le risorse del PNRR su questo specifico tema”.
Ad addentrarsi nelle richieste indirizzate al nuovo Governo sul tema energia è anche il Presidente nazionale di Adiconsum, Carlo De Masi, riportando le 5 principali rivendicazioni: la sospensione dei distacchi per morosità, oggi in larghissima parte legata a situazioni di profondo disagio e povertà; l’aumento dei bonus per energia, gas e acqua e l’allargamento della platea dei beneficiari, attraverso l’innalzamento delle soglie Isee, insieme con la costituzione di un Fondo di contrasto alla dilagante povertà energetica; la riforma della bolletta, riducendone gli oneri fiscali e parafiscali, e del sistema di formazione dei prezzi dell’energia, considerando la media ponderata dei costi delle diverse fonti e disaccoppiando elettricità e gas, per contrastare più efficacemente le speculazioni; una politica industriale ed energetica di rilancio degli investimenti sulle fonti rinnovabili e sulle tecnologie di accumulo, adottando misure di sostegno allo sviluppo delle comunità energetiche; un piano nazionale straordinario di sostegno alle famiglie e alle imprese, insieme con la precisazione e il rafforzamento degli strumenti di supertassazione degli extraprofitti superiori ad una certa soglia realizzati dalle grandi imprese energetiche e da altre aziende in settori quali quello farmaceutico, finanziario, creditizio e dell’e-commerce.
E’, in particolare, il professor Becchetti ad aver riportato l’attenzione sul problema dello sblocco delle autorizzazioni. Stando a Terna, infatti, in Italia ci sarebbero attualmente 280 GigaWatt di progetti di energia sostenibile in attesa di autorizzazione. Anche per l’economista sono 5 i richiami alla politica: il riconoscimento delle energie rinnovabili, l’accelerazione dei permessi, il varo più rapido possibile dei decreti attuattivi relativi alle Comunità Energetiche, un piano nazionale delle rinnovabili sugli edifici pubblici e il riconoscimento da parte delle Regioni delle aree idonee agli impianti di energia sostenibile.All’incontro sono intervenuti in collegamento video l’economista Leonardo Becchetti e la presidente della Cooperativa èNostra, Sara Capuzzo. Alla tavola rotonda, preceduta da un intervento dell’assessore regionale alle Attività Produttive Sergio Emidio Bini, hanno partecipato il presidente nazionale di Adiconsum, Carlo De Masi, il presidente di Anci Fvg, Dorino Favot e per Ape, Agenzia Regionale per l’Energia, Massimiliano Zampieri. Nel corso dell’incontro si è parlato anche di comunità energetiche e fonti rinnovabili e sulla necessità di una svolta culturale rispetto al tema energia, proiettata verso la sostenibilità.