Nel primo trimestre del 2023 il mercato del lavoro locale, continua, dal punto di vista delle assunzioni e cessazioni, a segnare risultati positivi, rimanendo in linea con la crescita della domanda di lavoro.
Nei primi tre mesi dell’anno, infatti, le assunzioni sono 68.898, il 5.2% in più rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Il livello è alto anche rispetto al primo trimestre 2021 (+36.9%), nonché al periodo pre-pandemico – le assunzioni in quel periodo erano 59mila circa (+16.6%). In calo di circa un centinaio le assunzioni a tempo indeterminato (7.156, pari a -1.8% rispetto al terzo trimestre 2022), il livello rimane comunque elevato, considerando, da un lato, che tale valore supera quelli del 2021 (+49.7%), dall’altro il risultato le trasformazioni da altri contratti al lavoro stabile che, nel primo trimestre 2023, toccano quasi le 6mila unità (+4.6%), rimanendo molto elevate se consideriamo la differenza rispetto al 2021 (108.2%).
La domanda di lavoro continua ad essere alta, nonostante le note criticità economiche legate soprattutto ai prezzi al consumo e alla produzione. È prevista una diminuzione del PIL nel 2023, ma è probabile che la domanda di lavoro continui ad essere elevata, per effetto di un trascinamento positivo della crescita avvenuta da due anni a questa parte.
Le cessazioni dei rapporti di lavoro sono 49.807, in leggera diminuzione rispetto all’anno scorso (-0.6%). Di queste, le cessazioni dall’indeterminato sono 8.821 (-9.5%). Il saldo complessivo (assunzioni al netto delle cessazioni) è di oltre 25mila unità (erano circa 21mila nel terzo trimestre dell’anno scorso), mentre il saldo del lavoro stabile è pari a 4.264 (nel 2021 il valora ha toccato le 3.215 unità).
Le dimissioni volontarie superano di poco le 6mila unità, in riduzione (-7.9%), dopo anni di continuo e, per certi versi, inaspettato aumento. Si tenga conto, infatti, che rispetto al 2021 le dimissioni erano cresciute del 32.3%. Si nota quindi un rallentamento di questo fenomeno, testimoniato anche un leggero appiattimento della curva che misura la percentuale delle dimissioni volontarie rispetto al complesso degli altri motivi di cessazione del contratto a tempo indeterminato. Vista la grande ondata delle dimissioni volontarie che sono sintomo di un riposizionamento dell’offerta di lavoro verso opportunità di impiego considerate migliori, può essere che il fenomeno tenda ancora a scemare nei prossimi mesi, sempre nella misura in cui il mercato del lavoro tenda ad un maggiore equilibrio tra domanda di lavoro (alta) e offerta di lavoro (relativamente bassa).
Per ciò che riguarda le caratteristiche delle assunzioni, nel primo trimestre di quest’anno le assunzioni a tempo determinato sono 32.319 (+4.2% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso), come visto anche negli anni precedenti sono quasi la metà delle assunzioni del periodo. In aumento anche le assunzioni con il lavoro intermittente (+18.1%) e la para-subordinazione, con oltre 8.700 (+33.2%); le assunzioni con contratti di somministrazione sono 10.700 circa, in contrazione rispetto al 2022 (-3.2%).
Considerando il genere, le assunzioni maschili sono 38.837 con una crescita pari al 8.6% rispetto al primo trimestre del 2022, viceversa le assunzioni femminili sono in tutto 30.500 circa (+1.1%). La maggior quota di assunzioni è per gli under 34enni, in particolare la classe dei 25-34 anni tocca 18.500 assunzioni (+16.8%), e quella die 15-24enni sono 12.746 (+22.3%). Occorre sottolineare che le classi dai 55 anni in su segnano nel complesso 10.000 assunzioni, con una crescita percentuale per i 55-64enni del 37.9% (in tutto sono 8.222 assunzioni) e gli over 65 – 1.893 assunzioni nel primo trimestre – con una crescita pari addirittura al 63.6%.
E’ probabile siano in atto tre fenomeni di cui tenere conto. Da un lato, l’aumento delle classi in uscita dal mercato del lavoro nei prossimi mesi ed anni, controbilanciata in parte da un aumento dell’offerta di lavoro giovanile e adulta. Dall’altro, dovrebbe rimanere ancora elevato il numero di richieste di personale e la difficoltà di reperimento. Infine, poniamo attenzione a questo passaggio inter-generazionale che non sarà scevro di opportunità ma anche di vincoli, visto che la forza giovanile per effetto del calo demografico tende ad assottigliarsi.Si può osservare in questa fase una differenza rispetto agli ultimi trimestri dell’anno scorso per ciò che riguarda i settori economici, con una crescita del terziario (33.406, 10.4%) a cui si aggiunge la crescita delle assunzioni nel comparto alberghi e ristoranti con 8.342 unità (+22.2%); in diminuzione, invece, il settore delle costruzioni (-4-7%) e in calo tendenziale anche la manifattura, con oltre 10.600 unità di assunzioni, con -9.4% rispetto all’anno scorso.