Quello siglato in Irisacqua, azienda municipalizzata appartenente al ciclo integrato dell’acqua di Gorizia, è un accordo di straordinaria importanza, destinato a cambiare la storia nei rapporti tra sindacato e azienda ma anche a diventare un esempio, un modello apripista, in un settore che, proprio sulle relazioni sindacali, presenta notevoli ritardi.
Irisacqua, a differenza di altri, ha compreso che lo sviluppo sociale, tecnologico ed economico, ha portato ad un aumento della complessità del mondo del lavoro che non poteva più essere affrontata e gestita con modelli e schemi non più adatti al momento storico, alla competizione, alla produttività.
S’imponeva un cambio di paradigma in chiave partecipativa dove le decisioni riguardanti la vita e lo sviluppo dell’impresa potessero essere condivise con gli interessi e il coinvolgimento partecipato di tutti i lavoratori.
Irisacqua ha compreso che i temi della produttività e della qualità, dei costi e dell’efficienza, della redditività della preparazione e dell’aggiornamento professionale delle donne e degli uomini che lavorano, sono questioni che riguardano tutta la comunità del lavoro. Ed è per questo che ha convenuto con il sindacato sulla necessità di rivedere obiettivi e metodi sui criteri di costruzione, misurazione e verifica dei contenuti del premio di partecipazione.
Un’innovazione destinata a fornire un possibile modello a tutte le imprese che credono ancora nel miglioramento continuo, nello sviluppo delle competenze e nella centralità delle risorse umane, come momento per agganciare la ripresa e uscire insieme da una fase segnata dalla pandemia e dalla crisi.
Una rivoluzione copernicana, per nulla scontata, che ha previsto non solo la costituzione di commissioni paritetiche (art. 55 legge50/2017) e quindi il coinvolgimento diretto e attivo dei lavoratori nel miglioramento della qualità della vita e del lavoro, ma anche un netto miglioramento della parte salariale. Un cambiamento radicale che interviene in un settore dove per anni, i premi, incomprensibili nella loro costruzione, si sono stancamente ripetuti, sempre uguali a se stessi, sia sui parametri che sul salario creando, di fatto, un blocco della dinamica salariale. E non permettendo alle parti quell’azione di sviluppo e di miglioramento che le fasi di partecipazione mettono a disposizione.
Azienda e sindacato hanno condiviso e posto alla base delle relazioni e dei piani di avanzamento formazione – welfare – partecipazione. Non solo così si punta alla valorizzazione dei lavoratori, ma si punta ad aumentare la creazione di valore come mezzo per aumentare le risorse da distribuire nella contrattazione. Da qui la base per dare vigore e slancio alla produttività, tema che diventa sociale e diffuso, obiettivo che viene svolto a partire dagli operatori sin al livello manageriale.
È dentro questo nuovo schema che trova giustificazione l’incremento salariale concordato nel triennio di vigenza contrattuale: il montante complessivo da distribuire ai 96 lavoratori di IrisAcqua passerà, in modo progressivo, da 100.000 a 165.000 euro, con un aumento del 65%. Inoltre, anche con l’idea di incentivare le adesioni al fondo sanitario, Irisacqua si farà carico della quota d’iscrizione di competenza del lavoratore pari a 139 euro, per tutti coloro che decideranno di aderire al Fasie, (fondo Assistenza Integrativa Energia).
Tra le novità che qualificano l’accordo va segnalata la partecipazione del sindacato all’interno del comitato ristretto. Una decisione che Irisacqua ha condiviso con coraggio, che premia la volontà di cambiamento e di modernizzazione del sistema delle relazioni sindacali, che apre la strada, per la prima volta in Friuli Venezia Giulia e probabilmente in Italia, ad un sistema di partecipazione compiuta.
Questa modalità, peraltro fortemente voluta dalla Femca Cisl, ha trovato come sponda l’art. 88 della legge regionale 3 del 2021, meglio conosciuta anche come SviluppoImpresa. Una norma innovativa che la Regione ha cercato di promuovere e favorire per sostenere la partecipazione dei lavoratori, sia in forma diretta sia attraverso le loro rappresentanze e associazioni sindacali, alla gestione delle imprese che hanno la loro sede legale, ovvero siti produttivi o unità organizzative nel territorio regionale.
Alla luce di questo accordo la Femca Cisl ritiene necessario che la regione Fvg avvii velocemente il completamento del percorso normativo con la definizione del regolamento attuativo, perché crediamo che attraverso questa norma, se opportunamente valorizzata dalle parti sociali, si potrebbe avviare, in Friuli Venezia Giulia, una nuova stagione contrattuale. Le buone relazioni industriali, la contrattazione innovativa e soprattutto la partecipazione dei lavoratori alle scelte strategiche delle imprese possono rappresentare una risposta efficace per rilanciare il nostro tessuto produttivo, la competitività delle nostre aziende e le dinamiche salariali, così da essere protagonisti della ripartenza post covid. Perché non possiamo dimenticare, come purtroppo affermano le recenti statistiche, che il Friuli Venezia Giulia è la regione del Nord Est con le retribuzioni più basse per quadri, impiegati e operai.
Franco Rizzo
Segretario regionale FEMCA CISL FVG